Attilio Regolo, libretto, Napoli, Flauto, 1761

 d’un innocente sangue ancora immondo,
 orribile alla Persia, in odio al mondo!
 SEMIRA
390Forse Dario morì?
 ARTASERSE
                                     Morì, Semira;
 lo scellerato cenno
 uscì da’ labbri miei. Finch’io respiri,
 più pace non avrò. Del mio rimorso
 la voce ognor mi suonerà nel core.
395Vedrò del genitore,
 del germano vedrò l’ombre sdegnate
 i miei torbidi giorni, i sonni miei
 funestar minacciando, e l’inquiete
 furie vendicatrici in ogni loco
400agitarmi sugli occhi,
 in pena, oh dio! della fraterna offesa,
 la nera face in Flegetonte accesa.
 MANDANE
 Troppo eccede Artaserse il tuo dolore;
 l’involontario errore
405o non è colpa o è lieve.
 SEMIRA
                                           Abbia il tuo sdegno
 un oggetto più giusto; in faccia al mondo
 giustifica te stesso
 colla strage del reo.
 ARTASERSE
                                      Dov’è l’indegno?
 Conducetelo a me.
 ARTABANO
                                     Del prigioniero
410vado l’arrivo ad affrettar. (In atto di partire)
 ARTASERSE
                                                 T’arresta;
 Artabano, Semira,
 Mandane, per pietà nessun mi lasci;
 assistetemi adesso; adesso intorno
 tutti vorrei gli amici. Il caro Arbace,